środa, 7 października 2015

Requiem per una virgola.

Per andare al lavoro con la Minuscola affronto quotidianamente tre chilometri e mezzo di controviale trafficatissimo. Il rischio minore è quello di una sportellata sui denti, visto che il 99,9% degli automobilisti se ne stracatafotte del velocipede che sta arrivando quando loro hanno appena parcheggiato e spalancano la portiera proprio mentre sto passando. Poi ci sono i pedoni che vedono arrivare il tram proprio dall'altra parte del corso, ne arriverà uno tra tre minuti esatti ma loro devono ASSOLUTAMENTE prendere quello e quindi schizzano nel mezzo di strada infischiandosene del rosso. Del resto del rosso se ne infischiano amabilmente, soprattutto se sta arrivando SOLO una bicicletta, la maggior parte dei mezzi che circolano, dal tir allo scooter.

Appena varcato lo striscione dell'ultimo chilometro inizia un tratto di pista ciclabile.

Yeppa.

Yeppa una cippa.

Percorrere quella ciclabile equivale a partecipare a una tappa del camel trophy. Innanzi tutto, proprio all'inizio, c'è la fermata del tram dal quale sciamano frotte di studenti zaino muniti che la invadono completamente e ignorano le scampanellate perché hanno nelle orecchie la cuffietta dell'I-phone, dell'I-pod, dell'I-staminchia che li rende sordi a qualunque richiamo. Poi c'è la casa di accoglienza notturna, il che significa che in estate, al mattino presto, devi fare lo slalom tra coloro che non hanno trovato posto dentro e allora dormono fuori, stendendo materassini, sacchi a pelo, coperte e corpi in ordine sparso sul tragitto. Al ritorno invece devi scansare quelli che stanno aspettando di entrare e, poiché qualcuno di loro ha notevoli tare mentali, a volte devi pure pedalare forsennatamente per sfuggire a quello che ha deciso che sei la donna della sua vita e ti insegue a braccia aperte. Vogliamo parlare del fondo stradale? Passa dall'asfalto sconnesso all'autobloccante sconnesso ai lastroni sconnessi invece pure. Un temporale medio la rende per almeno tre/quattro giorni traboccante di pozzanghere di varia profondità e sporcizia. Poiché i pedoni che percorrono i portici dall'altra parte della strada si incazzano se si trovano tra i piedi la cacca del cane o il cane medesimo i proprietari di quadrupedi portano le loro bestiole a passeggiare sulla ciclabile, molti sono i riccastri che abitano in zona e quindi le loro rollate con le orecchie e il cappottino di D&G hanno il guinzaglio estensibile e la convinzione che i ciclisti siano i loro peggiori nemici, da lì il rischio di rimanere intrecciati con loro e che il proprietario - più volte la proprietaria vecchietta bisbetica con il paltò in tinta con quello del quadrupede - ti colpisca con il bastone accusandoti di tentato canicidio. Il periodo peggiore è però l'autunno, quando gli alberi che la costeggiano perdono tonnellate di foglie che stanno settimane senza che nessuno le tolga. E mentre il mondo delle blogger romantiche si sdilinquisce in poetici post sui caldi colori del foliage io bestemmio perché il foliage medesimo mette quotidianamente a rischio la mia incolumità. Giusto un paio di mesi fa la combinazione foglie marce + cacca fresca di canide di grossa taglia + cordolo di marciapiede celato dalla combinazione dei primi due addendi mi procurò un acrobatico capitombolo che ci mancò poco mi costasse l'osso del collo. Me la cavai con una brutta botta al polso che fu dolente per una settimana.

Ultimamente si è verificato il famoso caso che fa da ultima goccia: un buontempone animalista ha deciso di aiutare i numerosi piccioni presenti in zona a passare indenni l'inverno nutrendoli quotidianamente con abbondanti dosi di pastone.

Ora:

immaginatevi me medesima che al mattino alle 7.45/7.50, perennemente in ritardo come al mio solito, mi trovo a dover fendere un convivio sul marciapiede composto da un numero imprecisato di volatili, comunque non inferiore a 50. Io scampanello e quelli prendono il volo. Tutti. Contemporaneamente.

Mi hanno già "benedetto" due volte il giaccone e una il casco e qualche giorno fa stavano per mandarmi a gambe all'aria.

Arrivo in ufficio come un'Erinni e scrivo una lettera di protesta al Comune (vi ricordate Ezechiele, non ce n'è più per nessuno eccetera eccetera?), segnalando il fatto e chiedendo l'intervento per ragioni di sicurezza dei ciclisti e di igiene pubblica.

Mi è arrivata la risposta:Gentile Signora SBULLONATA ,

la presente per informarLa che, la problematica da Lei presentata tramite MAIL del 11/01/2012, è stata valutata dall'Ufficio che legge in epigrafe, il quale ha affidato a personale dipendente del reparto STC 1, l'incarico operativo, al fine di compiere tutti gli adempimenti necessari destinati al controllo e alla verifica del caso esposto.

Al termine degli accertamenti, codesto Ufficio, Le comunicherà gli esiti.

Cordialmente,

AGS XXXXX XXXXXXChe dite, le rimando due righe di risposta scrivendo che ringrazio dell'interessamento ma spero vivamente che il reparto STC 1 sappia svolgere il suo lavoro molto meglio di quanto chi ha scritto sappia usare la lingua italiana, soprattutto la punteggiatura?

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