środa, 7 października 2015

Rapporti umani DIY (Ritorno ad una pseudonormale adolescenza #1)

DISCLAIMER

Credo che l'evoluzione umana sia ancora possibile, con il miglioramento e la riprogrammazione della nostra psiche e società e con la tecnologia, e un po' per questo e un po' perché penso che le obiezioni siano il sale della vita ho la brutta abitudine di non farmi andar bene nulla. Sì, insomma, pur con tutta la più buona volontà, per certe persone potrei risultare un tantinello arrogante.

Mi rendo conto che è inutile dire quanto io pensi prima di scrivere e quanto sia propens* a vedere le cose da più punti di vista: per molti sarò sempre un* quindicenne fricchetton* che della vita non sa niente. Quindi, gente, questo disclaimer è per dirvi che, con i miei "bisognerebbe", esprimo solo i miei speranzosi ideali; non credo di essere Gesù venuto a salvare il mondo e in fondo in fondo non prendo sul serio né me né voi. Vengo in pace, distribuisco cuori e biscotti e un giorno lontano finirò persino di rompervi le palle. Amen.

 

 

 

Con la netta sensazione che questo disclaimer finirà nella pagina nel foglietto informativo, vi lascio ai miei sproloqui. Sigla!

 

 

 

Sì, sono tornat*; sì, sto scrivendo in italiano; sì, ero stat* risucchiat* (mannaggia a 'sto italiano che mi costringe a mettere un milione di asterischi) dalla gravità dell'iperspazio.

Non so che mi è preso, in questo periodo. Sono successe così tante cose che non so da dove cominciare -- e soprattutto non so cosa dire e cosa non dire.

Com'era?, "il compito dello scrittore è saper tagliare una storia e illustrarne solo le parti giuste", o qualcosa del genere? Beh, spero di riuscirci, dato che penso che il mio muscolo per la scrittura di post sia un po' atrofizzato.

Allora. Un anno di liceo è ormai andato, e scolasticamente non ho nessun debito.

Ho fatto tante cose, durante quest'anno. Mi sono depress*, ho incontrato gente, partecipato a manifestazioni, mi sono depress* di nuovo, ho scoperto come non deprimermi e cosa significano i miei assurdi sbalzi d'umore, sono andat* da una psicologa, ho scritto poco ma bene, ho pensato tanto e bene, ho dormito cinque ore al giorno ascoltato musica sei, ho fatto la stronza isterica e il camionista scaricatore di porto, mi sono sentit* Dio in terra e mi è stato detto più volte che sono stran*/interessante/intelligente/enciclopedia/sovrannaturale.

So cosa farò nella vita e finalmente so cosa amo fare, qualcosa per cui valga la pena vivere -- di questo parlerò in un altro post, eh?

So cosa farò nei restanti quattro anni di liceo al posto di annoiarmi.

So cosa significa nutrire sentimenti stupidi pur non essendo una ragazzina idiota ma solo un intelligenton* masochista.

Io so.

(Scusate la poca modestia, scrivo da una sfacciata crisi maniacale. Amo le crisi maniacali. Amo voi.)

Maaa non sono qui per parlare di queste cose. Sono qui per parlare di come è cambiato -- leggermente ma decisamente -- il mio modo di comportarmi.

Rapporti umani. Parliamone.

Io ho una considerazione forse un po' bizzarra di come gestire e intrattenere relazioni. Le vedo come un intreccio di cause (le motivazioni, consce e inconsce, ma ci sono sempre) e effetti (il tipo di relazione, insomma). Queste due categorie dipendono enormemente dalle due persone che le intrattengono -- dico "due" perché, anche prendendo come esempio un gruppo affiatato di tre amici, Tizio, Caio e Sempronio, è impossibile che Tizio si relazioni con Caio come si relaziona con Sempronio, perché sono due persone diverse.

Per questa mia concezione non credo nelle categorie fisse -- amico, fidanzato, conoscente, amante, 'sticavoli fritti -- come non credo nel matrimonio come "legame indissolubile tra uomo e donna atto alla procreazione e alla tutela di figli e patrimonio" (lo vedo più come un contratto di tutela tra gente che si ama, diciamo).

Ora cercherò di spiegarvi il mio punto di vista con vari esempi e/o metafore, come da manuale (lo faceva anche Gesù, no?).

Pensate ai vostri amici. Ne avete uno per ogni interesse che avete (o quasi), come l'amico con cui parlate di musica, l'amico che vi presta i libri, l'amico nella vostra squadra di calcio, l'amico che vi rifornisce di erba, l'amico con cui comprate scarpe. (Dico amicO perché mi pesa troppo il culo per mettere gli asterischi. ♥) Con alcuni avete più cose in comune e magari le categorie, che so, "libri" e "musica" coincidono, e con altri avete un rapporto più duraturo o intimo, condividete più idee o avete una sensibilità più affine. Ma non tutti gli amici sono uguali, quindi, per quella faccenda tanto freddina del causa/effetto, cambia anche il tipo di amicizia (anche se il nome generico del rapporto rimane amicizia).

Probabilmente non sono l'unic* a pensarla così riguardo agli amici, ma mi sembra che pochi, a parte me e una persona che entrerà in scena a breve, portino questo ragionamento anche nell'osticissimo campo dei vari """fidanzamenti""" e """innamoramenti""". (Scusate le tante virgolette, è che mi sembrano termini obbrobriosi.) Ecco. Ri-parliamone.

Quando e se siete stati con delle persone in un modo meno superficiale dell'amicizia (non che le amicizie siano superficiali, anzi; sono convinta che le più grandi "amicizie" passino automaticamente alla categoria amore, solo senza sesso&affini e/o romanticismo -- ma, siamo sinceri, il romanticismo, il sesso e gli affini fanno l'amore? Ecco, parlerò pure di questo, dai), non è stata la stessa cosa con, diciamo, i tre vostri ammori -- diciamo Tizio, Caio e Sempronio, che a quanto pare sono nomi molto diffusi?

No? Non mi sorprende. Se foste stati petulanti e un po' masochisti come me e aveste fatto un po' di psicanalisi su voi stessi, vi sareste accorti che il rapporto con il """partner""" dipendeva ogni volta da cause -- consce, inconsce, prima inconsce e poi portate a galla con l'introspezione, prima consce e poi dimenticate nei recessi della mente, meschine (ogni essere umano è un po' meschino, accettatelo e siate felici della vostra mente incredibile) o pure come la neve -- da cui il rapporto dipendeva in un modo che non immaginavate.

Bisognerebbe -- questa è la mia opinione di quindicenne, eh, potete odiarmi quanto volete per la mia saggia inesperienza -- fare un po' più di autoanalisi, anche se fa male, prima di stare con una persona. Bisognerebbe essere sinceri con se stessi prima che con gli altri. Bisognerebbe liberarci dei sogni di romanticismo (matrimonio, casa, come insegnano nei film) che spesso sono pieni di bugie e contentini, e vivere come vogliamo -- sì, nel rispetto degli altri -- guardandoci bene nel cervello.

Intendo dire: ti piace uno perché è bello? Va benissimo, l'attrazione estetica è molto ok; non sto scherzando, davvero, ognuno ama come gli capita di amare. Però non raccontarti balle dicendo quanto ami la sua personalità o cose del genere.

Ti piace uno perché scopa da Dio? ["M-ma da quando sono così poco fine?" "Da sempre, Morg, da sempre."] Idem per sopra. L'amore fisico è bello, sano e fa dimagrire, ma non cercare di camuffare la natura del tuo amore come qualcosa di romantico-preconfezionato (il MALE) (?). Vivi sincero e sarai libero. (Sempre che non ci sia qualche motivo tantrico o che altro, anche se mi pare abbastanza raro.)

Ma anche: ti piace uno perché ci puoi discutere di qualsiasi cosa, è super sensibile, super intelligente, ti conosce meglio di quanto faccia tu, fa discorsi wow? Ecco, questo è già ammmore. Non confinatelo, lasciatelo evolvere. Se non lo fa, l'importante è comunque lasciargliene la possibilità.

Ecco, fondamentalmente per me la differenza tra "amicizia" e "amore" è un certo livello di intensità e coinvolgimento. Non so quale sia di preciso, penso che cambi caso per caso, ma forse è quando entrambi ce ne si rende conto. Boh.

Ecco,   D O P O   Q U E S T O   L U N G H I S S I M O   D I S C O R S O   ho un annuncio da fare.

Dovevo imparare a non stressare i miei """amici""" e la mia migliore amica/qualcosadipiù con i miei discorsi filosofici, ma a conviverci felicemente e basta. Le persone con cui potrò parlare di queste cose -- pesanti e articolate e anche abbastanza inutili e poco interessanti -- arriveranno, un giorno, ma non devo avere fretta. Ah, e dovevo anche essere meno chiusa e a sfoderare la mia vena eccentrica dalla sua custodia di silenzio e sguardi persi.

Ce l'ho fatta, pensate un po'. Ora so convivere con persone adorabilmente infantili e poco coerenti senza modificare le mie manie di miglioramento ma senza stressare la gente, anzi, assorbendone e studiandone con gaia scienza i lati più pittoreschi.

Ho persino due migliori amiche, compagnie sporadiche, un gruppetto con cui sfasciarmi allegramente di risate e altre cose poco dubbie (questo non è il post in cui parlarne, ma mi esprimerò presto), partecipo alle riunioni della sezione giovanile dell'ANPI, eppure, signor@ e signor*, non ho perso la mia verve né il mio sfrontato, imbronciato e indipendente individualismo.

Anziii, ho sviluppato nuove teorie filosofiche psicologiche cazzonesò.

La cosa più importante è che ho una ragazza, più o meno. (Notate quel più o meno, grazie.) È la mia compagna di classe conosciuta ad agosto scorso e diventata ben presto una delle mie migliori amiche. La chiamerò M (lo so, ho fantasia).M si trova bene con la sua identità di genere: "è" una ragazza a tutti gli effetti, al contrario di me che lo sembro solo (suona male, ma è così. Lol.). Abbiamo in comune la pansessualità, cioè l'attrazione  per il pane   per le padelle  per gli esseri umani senza distinzione di genere o sesso.

Oltre a quella condividiamo l'amore per la musica, la fotografia, l'orientamento politico, la maggior parte delle considerazioni sulla società e sulle relazioni e un sacco di altra roba. Ah, e condividiamo un bong.

Diciamo che né io né lei crediamo che questo tipo di cose normali (stare insieme pubblicamente con tanto di stati su Facebook e dichiarazioni ufficiali di non so cosa), ma a me piacerebbe adeguarmi, per una volta. Solo per vedere le facce scandalizzate di chi vedrà due ragazze -- nessuno tranne lei e V sa che io non lo sono -- stare apertamente insieme. Dovrò proporglielo, sarebbe divertente.

La definizione del nostro rapporto è che lei è la persona più importante che ho (vabbé, senza dimenticarci di mamma e papà) e la cosa è reciproca. Ci capiamo, ci sosteniamo, sappiamo forse troppe cose l'un* sull'altra. Anche se forse io so più cose di lei di quante lei ne sappia di me, ma sst, questo è per le ore di chiacchierata psicanalitica.

Di lei sono anche stat* innamorat* in modo adolescenziale. Cioè, per una settimana, alla fine della scuola. Ero tutt* gelosia, dipendenza psicologica e masochismo assoluto, pensavo che sacrificarmi alla causa M fosse l'unica cosa giusta da fare. Poi è passato, non senza lasciarsi alle spalle fastidiosi effetti collaterali, e ora il rapporto è paritario.

Anche lei ha provato qualcosa di simile per me, ad Aprile. Quindi, in effetti, il rapporto è davvero paritario.

 

Diciamocelo chiaro e tondo: era ora. Io non sono cambiat*. Sono riuscit* a sembrare, per la prima volta, quello che sono. Mi metto in gioco. E nemmeno innamorarmi in quel modo mi ha reso divers*, anzi, mi ha fatto capire molte cose di me e del mondo.

È vero, io sono comunque io, e sono una persona malinconica. In autobus sto zitt* e guardo fuori dal finestrino, per strada cammino di fretta anche senza una destinazione precisa -- cosa da modificare n. 1 -- , sono fondamentalmente pigr*; ma quando capita, ora mi metto in gioco, e ci guadagno anche esperienza. Forse qualcuno inizierà a darmi retta anche se non ho nemmeno quindici anni.

Ecco, questa mancanza di fiducia da parte di voialtri anziani disillusi è l'unica cosa che va storta nel campo sociale.

 

Ora vi lascio, devo scrivere. Mannagg', in un anno ho scritto così dannatamente poco -- o meglio, ho scritto e poi cancellato. Fiducia nelle mie capacità, saltami addosso, per favore.

Vi cito solo una frase bella e un po' out of topic dal mio telefilm preferito.

 

Un amore non corrisposto è un amore meraviglioso, perché non dovrà mai cambiare, non dovrà mai crescere e soprattutto non dovrà mai morire.

― Vince, Queer as Folk 

 

 

PS: mi dispiace per l'assenza. Perdonatemi, ma il tempo fugge troppo velocemente, soprattutto quando si è in vacanza.

 

Morg

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